Come cambia la visibilità nell’era dell’intelligenza artificiale: dalla SEO alla GEO
- Piergiorgio Barzon
- 4 nov
- Tempo di lettura: 2 min
Per anni abbiamo ottimizzato i contenuti per i motori di ricerca. Abbiamo studiato algoritmi, parole chiave, backlink e posizionamento, con un unico obiettivo: apparire tra i primi risultati di Google. Quel mondo esiste ancora, ma non basta più.
Stiamo entrando in una nuova fase: quella della Generative Engine Optimization o GEO. Non si tratta più di farsi trovare, ma di essere scelti. È il passaggio dal searching all’asking, dalla visibilità alla credibilità.
Con l’arrivo di piattaforme come ChatGPT, Gemini, Claude o Perplexity, non cerchiamo più un elenco di link, ma chiediamo a un sistema di generare risposte. E quei sistemi non si limitano a mostrare risultati: li costruiscono, li sintetizzano, li interpretano.
La domanda quindi diventa: su quali contenuti si baseranno per rispondere?
In questo scenario, le aziende e i professionisti non competono più per una posizione in classifica, ma per diventare la fonte di riferimento che l’intelligenza artificiale cita, suggerisce o prende come modello.
La GEO cambia le regole del gioco. Conta la pertinenza più della ripetizione, la qualità più della quantità. I motori generativi non leggono solo testi: interpretano tono, coerenza e autorevolezza. Un linguaggio chiaro, riconoscibile e costante aiuta l’algoritmo a comprendere chi sei e cosa rappresenti.
Ottimizzare per la GEO significa costruire un’identità semantica: una rete di significati che collega il tuo brand ai temi che lo definiscono. Ogni articolo, post o comunicato diventa un tassello di questa rete, che l’intelligenza artificiale usa per capire il tuo valore.
In pratica,
passare dalla SEO alla GEO richiede tre passi:
Ridefinire il tono di voce, rendendolo coerente e distintivo.
Strutturare i contenuti in modo leggibile e interpretabile dai sistemi generativi.
Chiarire non solo cosa fai, ma cosa rappresenti: il senso del tuo lavoro, non solo la sua descrizione.
Nel mondo in cui gli utenti non cercano più, ma chiedono, il vero obiettivo è diventare la risposta.
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