Il blog che ti fa vendere (senza sembrare che stai vendendo).
- Piergiorgio Barzon
- 19 giu
- Tempo di lettura: 2 min
I primi blog sono nati nei primi anni Duemila.
All’epoca sembravano diari digitali: esperienze personali, riflessioni accademiche, articoli lunghissimi letti da pochi ma affezionati utenti.
Poi, come spesso accade, qualcuno ha fiutato il potenziale.
I “maghi” delle agenzie di web marketing hanno capito che il blog poteva essere molto più di un contenitore di pensieri: era uno strumento utile per il posizionamento sui motori di ricerca. È così che è iniziata la lunga fase del blog aziendale come leva SEO. Per anni, è stato un pilastro: contenuti ottimizzati, articoli a tema, parole chiave studiate a tavolino.
Ma oggi, ha ancora senso?
Oggi l’intelligenza artificiale consente di scrivere in pochi minuti decine di articoli ben fatti, pianificati per un intero anno editoriale. Tutto perfetto, in apparenza. E quindi?
"Che futuro può avere uno strumento che può essere automatizzato così facilmente? La risposta definitiva la lasciamo ai guru della comunicazione digitale".
Ma una cosa è certa:
Il blog può diventare uno strumento di relazione, non solo di attrazione.
Al di là della SEO, un blog aziendale può diventare un mezzo per costruire relazioni pubbliche con clienti, fornitori e collaboratori. Non si tratta solo di scrivere articoli su quanto sia innovativa la tua azienda. Si tratta di coinvolgere persone, dare loro spazio, renderle parte della narrazione.
È quello che facciamo per alcune aziende con cui lavoriamo: nei loro blog intervistiamo persone interessanti (per le aziende stesse), che operano nel settore e che in qualche modo, possono essere fonte di business. Queste persone diventano, senza accorgersene, ambasciatori del nostro marchio.
Perché sì, tutti noi abbiamo un piccolo potere di influenza.
E tutti, in fondo, siamo un po’ vanitosi. Avere il proprio nome in un post, essere intervistati, vedere pubblicato un nostro pensiero… fa piacere.
Non sarà il Corriere della Sera, ma cinque minuti di celebrità digitale non si rifiutano mai. E quell’intervistato sarà spesso il primo a condividere il contenuto sui suoi canali, amplificando la nostra visibilità.
Dal vendere al dialogare
Facciamo un esempio pratico. Sei un’azienda che vende materiali per l’edilizia. Puoi chiamare uno studio di progettazione per fissare un appuntamento e presentare la tua brochure. Oppure… puoi chiamare quello studio proponendo un’intervista sul loro ultimo progetto, un articolo che verrà pubblicato sul tuo blog e rilanciato sui social.
Nel primo caso sei un fornitore come tanti. Nel secondo caso sei un partner editoriale, e questo cambia completamente il modo in cui vieni percepito.
Invece di "disturbare", ti coccoli un possibile cliente che diventa perfino un tuo ambasciatore.
Vuoi altro?
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